Tu, che hai voluto disegnare d’abitudine la tua vita,
che di altre scelte hai arredato la tua casa
rubandomi quei sogni che insieme costruimmo.
Mi leggi le ferite e guardi altrove
perché sia lieve il rimpianto della fuga,
le impronte incise sulla neve
di quel noi che saremmo stati.
E no, non resterò ancora ad aspettare
chi non ha avuto il coraggio di vivermi.
Già non ricordo le tue ultime parole
rimaste impigliate su labbra
ad aspettare voce e baci senza fiato.
Sarò per te il rimpianto
che lacrima di assenza.
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Tu, che hai voluto disegnare d’abitudine la tua vita,
che di altre scelte hai arredato la tua casa
rubandomi quei sogni che insieme costruimmo.
Mi leggi le ferite e guardi altrove
perché sia lieve il rimpianto della fuga,
le impronte incise sulla neve
di quel noi che saremmo stati.
E no, non resterò ancora ad aspettare
chi non ha avuto il coraggio di vivermi.
Già non ricordo le tue ultime parole
rimaste impigliate su labbra
ad aspettare voce e baci senza fiato.
Sarò per te il rimpianto
che lacrima di assenza.
(Poesia di Stefania Lastoria)